ROME ET L'ITALIE SOUS L'EMPIRE
MONIKA VERZÄR-BASS
IL PROPILEO DI TRIESTE, UN EDIFICIO TRIONFALE1
Fin dal '600, i resti romani nella cattedrale di S. Giusto a Trieste hanno suscitato la curiosità degli eruditi locali e sono stati oggetto di varie inter- pretazioni. Nel 1698, Padre Ireneo della Croce pubblicò la sua monumentale opera sulla storia di Trieste e definì l'edificio inglobato nel campanile della chiesa
vestigia d'un sontuoso arco trionfale, ο altro maestoso edificio [...] una macchina di magnifica e ammirevole vaghezza e grandezza.
L'idea dell'arco trionfale fu ispirata soprattutto ai rilievi con soggetti militari2. L'erudito, rammaricato dell'impossibilità di trovare un architetto capace di disegnare «la maestà ed artificio intero di tutta la mole», riprodusse nel suo libro un'immagine di una colonna con sovrapposto un architrave, somigliante più ad un epistilio di un tempio che ad un arco, nel quale fece inserire i pezzi di un cornicione, di un fregio a girali e di rilievi con armi riutilizzati come spoglie nel campanile (fig. l)3. Ireneo, basandosi sull'i-
1 1 disegni sono stati eseguiti da Renate Sponer-Za sulla base di nuove misurazioni e nuove fotografie (Neva Gasparo). Per ottenere un risultato ottimale, sarebbero necessari interventi particolari che renderebbero tutte le parti dell'edificio accessibili. Ringrazio sentitamente Flaviana Oriolo per il suo aiuto durante i lavori nel campanile, Grazia Bravar e Marzia Vidulli Torlo del Museo civico di storia ed arte di Trieste e il dott. Arcon della Biblioteca civica per la loro disponibilità. Un grazie per la gentile collaborazione anche a don Giorgio Carnelos, parroco della cattedrale di S. Giusto e al sacristano Silvano Balanzin.
2 Ireneo 1698, lib. Ill, cap. IX, p. 267.
3 Ibid., p. 268, dove commenta anche il disegno : «Stanno in esso scolpiti di basso rilievo, con maestrevole artificio, huomini a piedi ed a cavallo, rappresentanti vari simulacri di battaglie, ed attioni militari, con bellissimo fregio sotto e sopra di vari intagli a fogliami...». Ireneo vi inserisce, oltre ai frammenti del campanile, anche un rilievo di un sarcofago attico con amazzonomacchia (riprodotto a p. 269), che allora si trovò ancora reimpiegato nella facciata della chiesa; cfr. P. Nobile che, in una lettera del 22. ott. 1813 (ADBC, cartella Sticotti, p. 1), consiglia di togliere i pezzi dalla facciata della chiesa. Le migliori fotografie delle spoglie del campanile di S. Giusto
MEFRA - 110 - 1998 - 2, p. 753-798. 48
