“Mistica divenuta Ethos” e riconciliazione di sacro e profano: il chassidismo nell’interpretazione di Martin Buber

Abstract

Il messaggio del chassidismo consiste, secondo il filosofo della religione Martin Buber, nella “cabbalà divenuta ethos”, ovvero: in una peculiare torsione della mistica in etica. Questo articolo si propone di mostrare come l’ermeneutica della mistica chassidica di Buber rivolga il suo messaggio all’uomo occidentale alle prese con la crisi del sacro (e delle religioni storiche che se ne fanno custodi). A tal fine, si ricostruirà come Buber coniughi l’affermazione di una radicale libertà di coscienza in ambito religioso (“anarchismo religioso”) con la fede chassidica in una presenza divina che si rivela attraverso ogni incontro Io-Tu, il che si traduce, in termini etici, nell’imperativo del legame con la creazione (“esistenza sacramentale”). Il presente articolo offre pertanto una articolazione di come, secondo Buber, sia possibile superare la crisi del sacro (e delle religioni storiche) attraverso la prospettiva chassidica di riconciliazione tra sacro e profano.

The message of Hasidism consists, according to philosopher of religion Martin Buber, in “kabbalah become ethos,” that is: in a peculiar twist of mysticism into ethics. This article aims to show how Buber’s hermeneutics of Hasidic mysticism addresses a Western man struggling with the crisis of the sacred (and of its related historical religions). To this end, it will be reconstructed how Buber combines the affirmation of a radical freedom of conscience in the religious sphere (“religious anarchism”) with the Hasidic faith in a divine presence that reveals itself through every I-Thou encounter, which is expressed, in ethical terms, by assuming the creation boundary as an imperative (“sacramental existence”). This article therefore offers an articulation of the ways by which, according to Buber, it is possible to overcome the crisis of the sacred (and of historical religions) through the Hasidic perspective of reconciliation between the sacred and the profane.

https://doi.org/10.14276/2532-1676/4333
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