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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Sordini, Giuseppe: La "capella delle reliquie" nel duomo di spoleto
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0275

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LA “CAPPELLA DELLE RELIQUIE,,

NEL DUOMO DI SPOLETO

1 EL Duomo di Spoleto, a. sinistra entrando, vicino alla crocera,
c’ è una vecchia cappella conosciuta sotto il titolo di Cappella
delle reliquie, e volgarmente detta anche Coretto d'inverno.
Tale cappella nulla ha che vedere con la ricostruzione berni-
niana del Duomo :1 essa, anzi, è uno dei pochi resti, quasi intatto,
del primitivo edificio, sfuggiti alla devastazione ordinata e com-
piuta dal cardinale Francesco Barberini, nipote di quel Maffeo
Barberini, il quale, prima di essere papa sotto il nome di Ur-
bano Vili, fu Cardinal vescovo di Spoleto.

A questa cappella si scende per mezzo di alcuni gradini : è
coperta da volta decorata di stucchi e di pitture, della fine
del XVI o dei primissimi anni del XVII secolo ; ed ha le pareti
rivestite, quasi interamente, di legname scolpito, intarsiato, dorato e dipinto. Contiene, insomma,
la più vasta e la più bella opera di legname esistente ancora in Spoleto e dintorni, molto
largamente intesi.

In una memoria da me letta all’Accademia Spoletina il 30 settembre 1899 e inserita
negli Atti dell’Accademia stessa, dimostrai, fino all’evidenza, che la Cappella delle reliquie
o Coretto d’inverno del Duomo di Spoleto, occupa il luogo della tribuna di San Primiano,
ricordata in un documento2 dell’ XI secolo, e della quale esiste ancora, compreso nelle fab-
briche moderne, tutto il fianco sinistro, unitamente all’ ipogeo a ferro di cavallo, adorno di

1 È ben noto che il Duomo di Spoleto, insigne edi-
ficio dell’alto Medioevo, venne fatto ricostruire per or-
dine di Urbano Vili, dal cardinale Francesco Barberini.
Tale ricostruzione durò dieci anni, dal 1634 al 1644,
e venne sempre asserito che ne fosse architetto Gian-
lorenzo Bernini. Dalla immane devastazione, allora com-
piuta, scamparono soltanto la facciata, il campanile, il
fonte battesimale, il pavimento, la tribuna maggiore
dipinta dal Lippi, i sepolcri del Lippi e degli Orsini,
le cappelle delle reliquie, del sacramento e degli Broli,
una delle quali però non interamente, e un resto di
una cappella addossata al primitivo edificio e adorna
d’interessanti affreschi del xiv e xv secolo. Una de-
scrizione minuta del Duomo di Spoleto, avanti la sua

ricostruzione, si può leggere nel primo volume della
Sacra Visita fatta dal Cardinal Maffeo Barberini quando

era vescovo di Spoleto, ed è purtroppo tale da de-
stare amaro rimpianto per la perdita del vecchio, mera-
viglioso edificio. Su questa e sopra altre Sacre Visite,
che sono documenti di prim’ordine per la storia arti-
stica, religiosa e civile della città e archidiocesi di Spo-
leto negli ultimi secoli, conservate manoscritte nella
Cancelleria arcivescovile di Spoleto, vedi quanto scrissi
in Rassegna d’Arte, anno I, pag. 91.

2 È il celebre Decreto col quale il vescovo Andrea
instituiva, nel 1067, la Canonica presso la chiesa catte-
drale di Spoleto. Questo Decreto fu pubblicato più volte,
ma sempre inesattamente. Una nuova lezione, curata
con ogni diligenza, venne da me data in appendice
alla citata memoria inserita negli Atti dell’Accademia
Spoletina.
 
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