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Bullettino di archeologia cristiana — 2.1864

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Nr. 3 (Marzo 1864)
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De' sepolcri testè scoperti nella basilica Ambrosiana in Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.17351#0025

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Il Balltltino esce ogni mese. Di l,^r|V|lT |VT g\ 'jC associazioni si ricevono in Roma nella

l.'as?iciauone per un anno eosta scudi due. I-» I l"i I \t i I Tipografìa Sabiuccì ai SS. XII Apostoli; in Torino

■ " VJ J_JJb._J_1_J 1 111 " dal sig. Pietro di Giacinto Marietti.

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

DEL CAV. GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI

ANNO II. Roma Marzo 1864. N.° 3.

De sepolcri testé scoperti nella basilica Ambrosiana in Milano.

11 eh. signor D. Luigi Biraghi , la cui relazione ma più mi allargherò sopra l'urna di porfido e sopra

sui famosi sepolcri leslè scoperti in Milano ho dato ai il prezioso deposito, che in essa si cela,

miei lettori nel Bullettino di Gennajo, m'ha cortese- Quest'arca marmorea è sì preziosa per la materia,

mente trasmesso per lettera cenni importanti e sulle per la mole e pel lavoro, che dagli antiquari! si chiede

ragioni, che impediscono di procedere senz' indugio donde nel povero e barbaro secolo IX Angilberto la

all'apertura dell'urna porfirea, e sugli studii compiuti tolse e la trasferì alla basilica Ambrosiana. Il Biraghi

intorno al contenuto delle due arche fatte da S. Am- risponde, che quesl'è l'urna sepolcrale dell'imperatore

brogio medesimo, una per se, una per i martiri Ger- Valenliniano II invano fino ad ora cercata dagli istorici

vasio e Protasio. Queste notizie soddisferanno in parte e dagli archeologi di Milano. S. Ambrogio medesimo

la giusta impazienza di coloro, i quali chiedono per- nell'epistola US all'Augusto Teodosio ragionando del

che tanto si tarda ad aprire quell'urna, ed altre questioni mausoleo da eriggere per la sepoltura del giovane

muovono intorno alle cose narrate nella relazione pre- Valentiniano scrisse : est hic porphi/reticum labrum pul-

detta. Laonde ho deliberalo di divulgare non senza cherrimum et in usus hujusmodi aptissimum, e fece

qualche commento i nuovi cenni datimi dal eh. Biraghi; anche menzione delle lastre parimente di porfido da

e comincio dall'urna di porfido, nella quale l'arcive- servire ad uso di coperchio : sunt tabulae porphyre-

scovo Angilberto chiuse le preziose reliquie. ticae pretiosissimae, quibus vestiatur opcrculum , quo

Quest'urna ancora non si può scoperchiare, mi rcgales exuviae claudantur. Ed in vero la preziosità
scrive il Biraghi, essendovi al di sopra due tavole, e la rarità de' sarcofagi o de' labri di porfido e le
una di marmo, l'altra di porfido e sopra queste basato loro dimensioni gigantesche chiaramente dimostrano ,
il quadrato dell'altare d'oro e di gemme. E soggiunge che furono riservali a sepolcri di regale magnificen-
che presto non si potrebbe fare, perchè si hanno a za, e che la congettura del Biraghi tocca il sommo
tirar in alto le quattro colonne di porfido, hassi a della verisimiglianza. Di Massimiano imperatore lo
fare una nuova cripta od ipogeo e simili lavori. In- stesso s. Ambrogio nel passo allegato afferma nani et
tanto egli ha divulgato un nuovo scritto intitolato Maximianus Diocletiani socius ita humatus est. In Ro-
Risposta a due quesiti intorno all'arca di S. Ambrogio ma famose sono le due enormi arche di porfido tra-
ora scoperta, ove cerca in primo luogo la storia di sferile al Vaticano, una dal mausoleo di s. Elena madre
quell'arca porfiretica; e poi scioglie la difficoltà nata di Costantino, l'altra da quello di s. Costanza figliuola
dal racconto, che si legge nella vita di S. Bernardo del medesimo Augusto. E due singolari sarcofagi porfi-
vescovo di Parma. Del quale si narra, che nel 1130 retici di mole simile a quella delle arche sepolcrali di
ottenne di vedere le reliquie di S. Ambrogio. Il Bira- Elena e di Costanza anch' oggi si veggono nella nuova
ghi dichiara , che quella narrazione non è fondata Boma, sede degli augusti Bizantini, voglio dire in Co-
sopra testimoni, nè sopra documenti; e dimostra che stanlinopoli. Di questi due monumenti insigni non solo
niuno ha potuto vedere quelle reliquie dopo che An- per la materia e per le loro grandissime dimensioni,
gilberto le ha riposte nella grand'urna. Imperocché ma anche più perchè sono fregiati del monogramma
questa è chiusa da un pesante coperchio di porfido di Cristo, ho avuto notizia dal mio amico il eh. sig.
cementato intorno, intorno da grosso muro intatto; mu- Carlo Descemet, che li ha veduti nel giardino della
ro, che i periti hanno giudicalo anteriore al secolo X. corte della Sublime Porta. Io stimo, che sieno le urne
Sul coperchio è posto quel lastrone di marmo, che o di Costantino il grande, o di Costanzo, o di Teo-
sopra ho ricordato, e su di esso il lastrone di porfido, dosio li. Imperocché di Costantino il grande sappiamo
che ha alcuni fori, nei quali si sogliono introdurre che funus ejus sepultum est in ecclesia Apostolorum
linlei o coroncine per divozione. Adunque S. Ber- in sepulcro porphyretico (1), ed il Gillio afferma, che
nardo il Parmense potè nel 1130 guardare entro
que' fori, ma non penetrare più oltre coli' occhio.

Intorno al qual punto bastino queste poche parole: (i) rauius Diac. Bùt, Msc. iib. 2.
 
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