B.

Autori

  • ROBOCOOP Indipendenti

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/11714

Parole chiave:

macerie, conflitto tra narrazioni, collages, catastrofe, modernità

Abstract

Una serie di quattro immagini, accompagnate da un testo in tre atti, mette in scena la storia di una città e del suo doppio, ricostruito successivamente ad un terremoto. Partendo dall’immagine di una città colpita da un trauma, i collages di ROBOCOOP ricostruiscono i frammenti delle sue rovine, riaprendo il destino degli edifici, sia moderni che antichi. La scossa del suolo su cui si fonda la città costruisce due forme urbane: la prima è ciò che resta, cicatrici sulle quali gli autori depongono un velo dorato; la seconda è la ricostruzione permessa dalla tabula rasa del terremoto, una città nata da un passaggio laterale che consente lo svolgimento (senza i vincoli della prima forma urbana) di una città moderna, tecnologica, efficiente. Nella narrazione di questo doppio urbano, gli autori trovano l’occasione per materializzare la sovrapposizione, talvolta contraddittoria e conflittuale, delle narrazioni urbane che investono la città contemporanea e storica. Scegliere cosa conservare, cosa dimenticare, come sovrascrivere l’antico per insediare il presente ed il futuro: nelle immagini di ROBOCOOP la parola ‘catastrofe’ torna alla sua etimologia greca. καταστρέϕω, capovolgimento, movimento che racconta un punto di flesso irreversibile, capace di risollevare (come l’onda tellurica) sommersi antichissimi. dopo il terremoto, niente sarà più come prima. Lo scritto in tre atti accompagna attraverso memorie personali, macerie, sogni le quattro immagini, completando la costruzione di una narrazione globale capace di abbracciare i destini delle due città.

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Pubblicato

2020-11-03

Come citare

ROBOCOOP. (2020). B. IN_BO. Ricerche E Progetti Per Il Territorio, La Città E l’architettura, 11(15), 94–101. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/11714