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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0092

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CORRIERI

Notizie di Lombardia.

Ricca decorazione plàstica della vòlta di una
sala del palazzo Marino in Milano. — A pianterreno
dell’antico e bellissimo palazzo del Marino, architettato
da Galeazzo Alessi, ed ora sede del Municipio, è riap-
parsa alla luce la decorazione plastica ad alto rilievo di
una sala terrena, decorazione di cui più nessuno aveva
ricordanza, perchè era mascherata da un soffitto in
legname applicatovi, quando la saletta di circa m. 4.50
per 6.50 era stata dimezzata per comodità degli uffici
dei matrimoni, essendo contigua alla gran sala in cui
per lo appunto si celebrano i matrimoni.

Ora questa saletta è stata sgombrata del tutto e la
vòlta antica riappare in tutta la ricchezza ed esube-
ranza della sua decorazione barocca, che contrasta, è
vero, con la elegante e signorile semplicità delle due
porte in marmo che sono ancora quelle del tempo e
del disegno dell’Alessi; ma ciò nondimeno è interes-
sante e pregevole per la vivacità, la fantasia e quel
non so che di tronfio e spagnolesco, che concorda
con l’abitatore primo di questi appartamenti, che fu
il nobile de Leva, padre della celebre monaca di
Monza.

Siamo dunque alla fine deh Cinquecento od al prin-
cipio del Seicento, siamo allo stile delle farraginose
ma pur sempre geniali decorazioni dei Campi, e delle
quali abbiamo i saggi migliori nella chiesa di San Si-
gismondo presso Cremona.

La decorazione di questa vòlta, testé adunque riap-
parsa nel palazzo del Marino, è condotta ad alto rilievo.
Nel mezzo abbiamo un grande rettangolo piano deli-
mitato da una grossa cornice ed attorno sono distribuiti
quattro cartelli ovali (uno per lato) e quattro meda-
glioni (uno per spigolo).

I quattro cartelli ovali sono racchiusi in grosse cor-
nici rettangolari, adorne di cariatidi e di mascheroni
e sulle quali stanno seduti dei putti che tengon distesi
dei grossi festoni di frutta e di fogliami.

Negli angoli abbiamo i sopradetti medaglioni, i
quali sono ovali e disposti per l’altezza loro entro
voluminose ghirlande di frutta e di fogliame.

L'Arte. Vili, 7.

Negli spazi liberi fra i cartelli ed i medaglioni ab-
biamo altri putti ed altri mascheroni e poi ancora dei
grifi e degli ornati accartocciati.

Infine, tutta quanta codesta decorazione della vòlta
rimane inscritta in una grossa cornice architettonica a
palmette ed ovoli, la quale serve pure di cornice alla
linea superiore delle quattro pareti della sala.

Il cartello grande centrale ed i quattro ovali che
lo circondano probabilmente avrebbero dovuto andar
adorni di pitture, ma non le ebbero mai; i quattro
medaglioni invece ebbero (e conservano) la loro deco-
razione plastica, condotta contemporaneamente a tutta
la parte ornamentale: questa consiste in gruppi di ninfe
formose e di grossi, adiposi tritoni ad alto rilievo.

È probabile che tutta questa rigogliosa decorazione
plastica dovesse ricevere larghe ed abbondanti dora-
ture, ma, come perle pitture, non se n’è riscontrata
traccia di sorta.

Una nuova raccolta di opere d’arte. — I signori
Carlo ed Antonio Grandi hanno inaugurato, il giovedì
precedente il giorno di Natale, una raccolta assai inte-
ressante di opere d’arte, ordinata in due sale con molto
buon gusto e con una certa austera signorilità, che
ricorda assai le esposizioni d’arte del Burlington fine
Arts Club di Londra.

Anche in queste sale, come per lo appunto in quelle
del Burlington-Club, subito sono incominciate le discus-
sioni intorno ai quadri ed alle sculture di maggior
pregio.

Dirò brevemente delle pitture più interessanti (tra-
lasciando per questa volta i bronzi, i mobili, le por-
cellane, ecc.) per trattenermi in ultimo sopra un quadro
e sopra una scultura che sono d’importanza eccezionale.

Facendo il giro della sala maggiore troviamo: un
ritratto di artista drammatica, assegnato al celebre pit-
tore francese del principio del secolo scorso, Luigi
David. Ci voleva tutta la originalità, l’indipendenza
e l’avversione a tutto ciò che sia etichetta e conven-
zionalismo per sedersi con tanta disinvoltura dinanzi
al pittore ritrattista ; e ci voleva tutto il talento del-
l’autore della morte di Marat per non indietreggiare
 
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