Estratto
Dopo la prova generale di Zurigo (1897), i Congressi Internazionali dei Matematici partono effettivamente con Parigi (1900) e Heidelberg (1904). Poi, ecco, Roma (1908). La successione non è casuale e neanche dettata solo da scelte contingenti. Il fatto è che, all’inizio del Novecento, la matematica italiana è considerata la terza “potenza” mondiale, subito dopo le grandi e tradizionali scuole francese e tedesca. Ritroviamo la stessa classifica, pressoché immutata, all’inizio degli anni Venti. Un matematico americano — G.D. Birkhoff — particolarmente attento alle situazioni dei centri di ricerca europei (e interessato a stringere con loro rapporti di collaborazione per il definitivo decollo della matematica statunitense) non esita a collocare Roma subito dopo Parigi, ancor prima di Göttingen.
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Bolondi, G., Guerraggio, A., Nastasi, P. (2007). Come eravamo. In: Bartocci, C., Betti, R., Guerraggio, A., Lucchetti, R. (eds) Vite matematiche. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0640-9_2
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